Famiglia: Sapindaceae.
Parti utilizzate: seme.
Botanica: pianta rampicante perenne, legnosa e sempreverde, lunga fino a 10-12 m. ha foglie alterne con margini dentati e fiori biancastri o gialli, riuniti in racemi ascellari. Il frutto, rosso e simile a una castagna, è una capsula e tre sezioni che racchiudono un seme arrotondato di color bruno. È originaria della foresta amazzonica, dove cresce spontaneamente lungo i fiumi.
Costituenti principali: alcaloidi xantinici (caffeina, teofillina, teobromina, xantina), basi puriniche (adenina, guanina, ipoxantina), saponine, tannini, resine, minerali (K, Mg, Ca).
Proprietà: tonico e stimolante del sistema nervoso centrale e cardiovascolare, energetico, muscolare, astingente, potente diuretico e diaforetico.
Impiego terapeutico: stati di affaticamento e stress, anche per intensa attività fisica, contro la debolezza e spossatezza generali dei cambi di stagione, nell’astenia e anergia da depressione nervosa, emicraniale da sforzo intellettivo e nevralgie (utile anche per studenti prima degli esami), tensione e dolori pre-mestruali; indicato nella cura all’obesità, perché sopprime il senso della fame, nei disturbi della circolazione periferica, nel gonfiore e intestino irregolare.
Posologia: decotto: un cucchiaino da caffè per tazza d’acqua fredda (portare ad ebollizione per 5-10 minuti, filtrare e bere 2 volte al giorno).
Tossicità ed effetti secondari: utilizzare con cautela in gravidanza e allattamento, ipertensione, cardiopatie, stati ansiosi e diabete; un uso eccessivo o prolungato può dare insonnia, nervosismo, ansia, irritabilità, ipereccitazione, palpitazioni. È sconsigliata l’assunzione nelle ore serali per evitare fenomeni di insonnia e in concomitanza con tè e caffè.
Interazioni con i farmaci: a causa della presenza di caffeina può: inibire gli effetti emodinamici dell’adenosina presa fino a 12 ore prima; alterare gli effetti della clozapina se presa fino a 40 minuti prima; ridurre gli effetti sedativi delle benzodiazepine e del pentobarbitale; aumentare la pressione arteriosa di soggetti che assumono i bloccanti propanololo e metoprololo; aumentare l’assorbimento e la biodisponibilità dell’aspirina; indurre e sommarsi gli effetti tossici (fibrillazione) dei glicosidi digitalici. Alcuni farmaci (pillola contraccettiva, fluconazolo, antibiotici chinolonici) possono infine inibire il metabolismo e l’escrezione della caffeina, aumentandone l’effetto stimolante.