Famiglia: Caesalpinceae.
Parti utilizzate: follicoli.
Botanica: suffrutrice di 50 cm di altezza, cespuglioso, a foglie composte, verde-giallastre, lanceolate ed allungate; i fiori sono raggruppati in grappoli ascellari o terminali, con petali gialli venati di scuro. Il frutto è un baccello lungo e stretto, di colore marrone. Originaria delle regioni sub-tropicali e tropicali della Somalia e dello Yemen, viene coltivata soprattutto in India e Pakistan, ma cresce anche sulle coste del bacino mediterraneo, in terreni aridi purché soleggiati.
Costituenti principali: eterosidi idrossiantracenici (2-5% sennosidi A e B in maggioranza), flavonoidi, mucillagini (10%), pinnitolo (poliolo), polisaccaridi acidi, sostanze minerali (10-12%), derivati naftalenici.
Proprietà: lassativa, purgante.
Impiego terapeutico: stipsi atonica o ipoperistaltica del crasso, alcuni casi di stipsi acuta, per determinare una facile evacuazione con feci molli, come nel caso della preparazione dell’intestino ad esami radiologici, prima di interventi chirurgici o in caso di ragadi anali. L’azione lassativa è dovuta ai glicosidi antrachinonici che, attivati a livello dell’intestino crasso ( dove avviene la rimozione dello zucchero e una metabolizzazione da parte della flora batterica) irritano la mucosa, inducendo una forte secrezione di acqua ed elettroliti nel lume intestinale e impedendone il riassorbimento. Questo comporta uno stiramento della parete e la stimolazione della peristalsi, con effetto purgante che si manifesta dopo 8-12 ore dall’assunzione.
Posologia: infuso: da 0,5 a 2 g per tazza d’acqua calda (lasciare in infusione per 10 minuti e bere la sera)
Tossicità ed effetti secondari: un sovraddosaggio può determinare spasmi a livello intestinale e diarrea; l’abuso o l’utilizzo cronico possono comportare perdita di elettroliti e, in particolare, di potassio, pseudo melanosi reversibile (pigmentazione reversibile) del colon, ipomotilità intestinale fino addirittura all’atonia. Non somministrare in gravidanza e allattamento, durante il ciclo mestruale, nell’ileo, nel morbo di Crohn, nella colite ulcerosa, nell’appendice, diverticolite, emorroidi, proctite e in età pediatrica (generalmente al di sotto dei 12 anni).
Interazioni con i farmaci: possibili interazioni con farmaci antiaritmici, cortistoidei, diuretici tiazidici e la Liquerizia, che potenziano le perdite dell’elettrolita.